SPORT E CULTURA

02.05.2014 10:48

Nella mia Scuola Calcio ideale mi piacerebbe avere una grande (ma anche piccola) biblioteca.

In un bellissimo libro letto poco tempo fa, l’autrice Marguerite Yourcenar in “Memorie di Adriano” scrive: fondare biblioteche è come costruire granai pubblici, ammassare riserve contro l’inverno dello spirito. Da sempre, ogni biblioteca è un baluardo alla decadenza, un simbolo concreto con cui opporsi alla volgarità del presente.  

Un punto di ritrovo dove fermarci, compatibilmente con gli innumerevoli impegni giornalieri, a leggere, a discutere su libri letti e da leggere, scambiare opinioni, senza fuggire schiavi di una vita che non ci fa più riflettere.

Senza pensare come ha scritto Carlos Ruiz Zafon nel suo libro “L’ombra del vento” che ogni libro, ogni volume che vediamo possiede un’anima, l’anima di chi lo ha scritto e di coloro che lo hanno letto, di chi ha vissuto e di chi ha sognato grazie ad esso. Ogni volta che un libro cambia proprietario, ogni volta che un nuovo sguardo ne sfiora le pagine, il loro spirito acquista forza.          

Mi piacerebbe che i nostri ragazzi cominciassero a leggere sin da piccoli, scoprendo che ogni libro che si inizia a leggere è come una montagna da scalare, e una volta che lo si finisce, si è raggiunta la cima della stessa montagna.

Ma paragonando la lettura di un libro al nostro sport preferito, potremmo dire che un libro da leggere è come una partita da affrontare, ad ogni pagina che giriamo, ad ogni minuto che scorre, c’è sempre una sorpresa. E alla fine il risultato può essere a favore o a sfavore: nel caso del libro, abbiamo aggiunto un piccolo mattone al nostro sapere; nel caso della partita, anche se sconfitti, aggiungiamo un’esperienza in più al nostro bagaglio di vita.

Ma, - qualcuno potrebbe dire -, cosa c’entrano i libri con lo sport ?

A queste persone risponderei: ma lo sport non è forse cultura ?

La conoscenza, la scoperta, la curiosità, la voglia di andare avanti, non sono parole che si possono abbinare sia allo sport che alla lettura di un libro che al praticare uno sport ?

Lo sport, praticato con lealtà con il rispetto delle regole, con il rispetto di chi ci sta di fronte, sia “l’avversario”, sia chiunque, è cultura, è una filosofia di vita.

La lettura, lo scorrere delle pagine, che una dopo l’altra ci avvicinano alla fine della “storia”, ci portano alla scoperta di una vita che avremmo voluto, che abbiamo vissuto, condividendola con i protagonisti delle storie che leggiamo.

Così le partite, vissute minuto dopo minuto, l’attesa prima della partita, l’emozione di quando si scende in campo, lo sguardo dei tuoi compagni, degli “avversari”, lo scorrere del tempo che avvicina alla fine della partita, l’ansia di recuperare, di portare a casa un risultato positivo,  sono emozioni che condividiamo con gli altri protagonisti della partita, che vorremmo poter conservare in quell’angolo della nostra testa insieme alle bellissime emozioni di un bel libro letto.

Tutto ciò che viviamo con queste emozioni ci rimane dentro, tutto ciò che ci fa vivere momenti di ansia (che non è solo negativa), ci rimane dentro.

Iniziare a leggere un libro, sin dalle prime pagine, può essere, lo è, l’inizio di un viaggio che terminerà con la lettura dell’ultima pagina, che ci lascerà, una volta chiuso il libro, una sensazione che farà parte della nostra vita. Così come le partite che abbiamo giocato ci hanno lasciato, - tutte - qualcosa, ogni minuto assomiglia ad una pagina letta di un libro che ha fatto parte della nostra vita.

Io non so se con queste parole sono riuscito a trasmettere a chi le leggerà, le emozioni che hanno e che provocano ancora le partite giocate, e quelle vissute a bordo campo, che ho voluto accomunare alle emozioni ricevute dalle pagine che ho fatto scorrere sotto i miei occhi.

 

                                                                                                                      Nicola AMANDONICO